Medico Chirurgo - Medicina Cinese: Agopuntura e Fitoterapia
Michele Lo Cascio
Medico Chirurgo
Medicina Tradizionale Cinese
Agopuntura e Fitoterapia
Riceve su appuntamento a Rimini e a Santarcangelo di Romagna
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La diagnosi energetica: il volo del drago
15/04/2015 |
Un terapeuta, nella sua pratica ambulatoriale, deve svolgere sostanzialmente tre funzioni nel percorso che intercorre dal momento in cui conosce un paziente e quello in cui ottiene la sua guarigione: anamnesi, diagnosi, terapia.
Di queste tre passaggi, quello più importante è la diagnosi energetica, “pietra angolare” dell’edificio che porta alla guarigione del paziente, crocevia tra la potenzialità totipotente delle cause responsabili della formazione di un disturbo e la specificità del riequilibrio.
L’anamnesi è cosa relativamente facile da attuarsi in quanto caratterizzata dalla raccolta di dati anche se talvolta numerosi (storia clinica, esami di laboratorio e strumentali, biotipologia, presa del polso, osservazione della lingua, etc.). Relativamente semplice è anche impostare la terapia quando si è certi della diagnosi formulata: consultando un buon manuale non è difficile capire la strategia più corretta da attuare in un disequilibrio energetico.
Momento difficile è invece riuscire a formulare la diagnosi corretta. E’ proprio in questa fase in cui si manifesta appieno la capacità dell’uso della sua arte da parte del medico: riuscire a interpretare tutte le informazioni in suo possesso, non tenere conto delle informazione poco utili e al contrario, intuire l’importanza delle piccole sfumature che caratterizzano quel singolo paziente.
La diagnosi è il punto di passaggio in cui convergono tutte le informazioni che provengono dalla raccolta dei dati da parte del terapeuta e dal quale si dipartono tutti quei consigli (alimentari, stile di vita, etc.) e tecniche (farmaci, agopuntura, massaggio, riflessologia, etc.) il cui fine ultimo è la guarigione del paziente.
Non esiste una unica modalità attraverso la quale poter fare una diagnosi; ogni medicina (Occidentale, Ayurvedica, Riflessologia, Tradizionale Cinese, etc) ne ha sviluppato uno suo specifico.
La Medicina Occidentale basa la sua diagnosi attraverso l’esame obiettivo coadiuvato dall’esito degli esami di laboratorio e strumentali (Rx, Risonanza Magnetica, Elettrocardiogramma, etc); la medicina Ayurvedica basa la sua diagnosi sull’esame obiettivo e la presa dei polsi, etc.
La Medicina Cinese ha una sua specifica modalità di porre la diagnosi energetica basata sostanzialmente sulla presa del polso, l’ispezione della lingua e l’anamnesi energetica.
Questa medicina non è un sapere unico ma nasce dalla stratificazione di saperi diversi che si sono sviluppati in un territorio enormemente vasto subendo oltremodo l’influsso di numerosissime culture di popoli più o meno confinanti in un arco di tempo databile oltre tremila anni. Queste conoscenze hanno permesso una trasformazione dei concetti della Medicina Cinese che è rimasta quasi immutata in quello che sono i suoi concetti base (Concetto dello Yin e dello Yang; Teoria dei Cinque Movimenti) ma ha trovato un difforme sviluppo in quelle che sono le specifiche applicazioni come è il caso della: “Teoria dei Meridiani Energetici” che si utilizza in tutti i disturbi osteoarticolari, la “Teoria dei Sei Livelli Energetici” usata nelle sindrome da Freddo Esterno, quella dei “Quattro Strati” con la quale si trattano le sindromi da Calore Esterno, etc.
Segueno una modalità di pensiero tipicamente occidentale ogni medico agopuntore deve essere capace anche di Fitoterapia, Qi Gong, Massaggio e ogni altra metodica terapeutica che appartiene alla Tradizione Cinese. Questo modalità di pensiero non trova riscontro nell'antica Cina dove ogni Medico era capace in una sola di queste possibilità terapeutiche. Oltremodo in Occidente il medico che pratica Agopuntura dovrebbe essere conoscitore di tutte le tecniche appartenenti alle varie scuole di questa metodica millenaria.
Questo testo sviluppa la possibilità di fare diagnosi energetica utilizzando la “Teoria delle Otto Regole Diagnostiche”. Secondo l’autore del libro, questo è il procedimento diagnostico più semplice da impiegare non solo per chi pratica la Medicina Cinese ma anche qualsiasi altra tecnica di riequilibrio energetico: le leggi espresse da questa medicina non sono proprie solo di questo approccio terapeutico perché sono universali.
Il procedimento logico fornito da questo testo vuole essere razionale ed efficace nel mettere a fuoco il concetto di diagnosi in maniera tale da sviscerarne le trame che sottendono la lettura più esteriore, gli aspetti di più difficile compressione, i chiaro-scuri di dubbia definizione. Tutto ciò dovrà poi essere arricchito dalle intuizioni di ogni singolo terapeuta, frutto di quelle esperienze che fanno della medicina l’arte delle arti e non una scienza sempre esatta, intersecazioni di prevedibili e lineari coordinate.
Il pensiero del terapeuta deve essere in grado, come un drago, di liberarsi verso l’alto attraverso un movimento circolare per giungere in quel luogo dove l’universale converge in un solo punto. Possedere la visione generale dell’insieme per riuscire a cogliere, mediante la capacità della visione del particolare, la specificità della diagnosi del singolo paziente.
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Di queste tre passaggi, quello più importante è la diagnosi energetica, “pietra angolare” dell’edificio che porta alla guarigione del paziente, crocevia tra la potenzialità totipotente delle cause responsabili della formazione di un disturbo e la specificità del riequilibrio.
L’anamnesi è cosa relativamente facile da attuarsi in quanto caratterizzata dalla raccolta di dati anche se talvolta numerosi (storia clinica, esami di laboratorio e strumentali, biotipologia, presa del polso, osservazione della lingua, etc.). Relativamente semplice è anche impostare la terapia quando si è certi della diagnosi formulata: consultando un buon manuale non è difficile capire la strategia più corretta da attuare in un disequilibrio energetico.
Momento difficile è invece riuscire a formulare la diagnosi corretta. E’ proprio in questa fase in cui si manifesta appieno la capacità dell’uso della sua arte da parte del medico: riuscire a interpretare tutte le informazioni in suo possesso, non tenere conto delle informazione poco utili e al contrario, intuire l’importanza delle piccole sfumature che caratterizzano quel singolo paziente.
La diagnosi è il punto di passaggio in cui convergono tutte le informazioni che provengono dalla raccolta dei dati da parte del terapeuta e dal quale si dipartono tutti quei consigli (alimentari, stile di vita, etc.) e tecniche (farmaci, agopuntura, massaggio, riflessologia, etc.) il cui fine ultimo è la guarigione del paziente.
Non esiste una unica modalità attraverso la quale poter fare una diagnosi; ogni medicina (Occidentale, Ayurvedica, Riflessologia, Tradizionale Cinese, etc) ne ha sviluppato uno suo specifico.
La Medicina Occidentale basa la sua diagnosi attraverso l’esame obiettivo coadiuvato dall’esito degli esami di laboratorio e strumentali (Rx, Risonanza Magnetica, Elettrocardiogramma, etc); la medicina Ayurvedica basa la sua diagnosi sull’esame obiettivo e la presa dei polsi, etc.
La Medicina Cinese ha una sua specifica modalità di porre la diagnosi energetica basata sostanzialmente sulla presa del polso, l’ispezione della lingua e l’anamnesi energetica.
Questa medicina non è un sapere unico ma nasce dalla stratificazione di saperi diversi che si sono sviluppati in un territorio enormemente vasto subendo oltremodo l’influsso di numerosissime culture di popoli più o meno confinanti in un arco di tempo databile oltre tremila anni. Queste conoscenze hanno permesso una trasformazione dei concetti della Medicina Cinese che è rimasta quasi immutata in quello che sono i suoi concetti base (Concetto dello Yin e dello Yang; Teoria dei Cinque Movimenti) ma ha trovato un difforme sviluppo in quelle che sono le specifiche applicazioni come è il caso della: “Teoria dei Meridiani Energetici” che si utilizza in tutti i disturbi osteoarticolari, la “Teoria dei Sei Livelli Energetici” usata nelle sindrome da Freddo Esterno, quella dei “Quattro Strati” con la quale si trattano le sindromi da Calore Esterno, etc.
Segueno una modalità di pensiero tipicamente occidentale ogni medico agopuntore deve essere capace anche di Fitoterapia, Qi Gong, Massaggio e ogni altra metodica terapeutica che appartiene alla Tradizione Cinese. Questo modalità di pensiero non trova riscontro nell'antica Cina dove ogni Medico era capace in una sola di queste possibilità terapeutiche. Oltremodo in Occidente il medico che pratica Agopuntura dovrebbe essere conoscitore di tutte le tecniche appartenenti alle varie scuole di questa metodica millenaria.
Questo testo sviluppa la possibilità di fare diagnosi energetica utilizzando la “Teoria delle Otto Regole Diagnostiche”. Secondo l’autore del libro, questo è il procedimento diagnostico più semplice da impiegare non solo per chi pratica la Medicina Cinese ma anche qualsiasi altra tecnica di riequilibrio energetico: le leggi espresse da questa medicina non sono proprie solo di questo approccio terapeutico perché sono universali.
Il procedimento logico fornito da questo testo vuole essere razionale ed efficace nel mettere a fuoco il concetto di diagnosi in maniera tale da sviscerarne le trame che sottendono la lettura più esteriore, gli aspetti di più difficile compressione, i chiaro-scuri di dubbia definizione. Tutto ciò dovrà poi essere arricchito dalle intuizioni di ogni singolo terapeuta, frutto di quelle esperienze che fanno della medicina l’arte delle arti e non una scienza sempre esatta, intersecazioni di prevedibili e lineari coordinate.
Il pensiero del terapeuta deve essere in grado, come un drago, di liberarsi verso l’alto attraverso un movimento circolare per giungere in quel luogo dove l’universale converge in un solo punto. Possedere la visione generale dell’insieme per riuscire a cogliere, mediante la capacità della visione del particolare, la specificità della diagnosi del singolo paziente.